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giovedì 2 maggio 2013

PIAZZA TACITO, NOSTALGIA E "MOSCIARELLE"


Nell'anteprima di questo nostro foglio notizie (clicca qui) diffusa il mese scorso già si è detto del significato simbolico della fontana monumentale di piazza Tacito così come era nelle intenzioni dei progettisti Mario Fagiolo e Mario Ridolfi.
Oggi torniamo sull'argomento perché la questione della piazza è centrale  in una necessaria riorganizzazione urbanistica, sociale ed edilizia di Terni.  Sappiamo dagli organi di informazione locale che l'amministrazione comunale si sta occupando con impegno di una riqualificazione dell'intera piazza. Ma come accade per il teatro Verdi, ci permettiamo anche in questa circostanza di presentare qualche piccola osservazione con relativo auspicio di poter quantomeno stimolare una più profonda riflessione con tutti voi.
Per come è stato ridotto lo storico e centralissimo crocevia, la denominazione di “piazza” ci sembra assolutamente non più adeguata. Infatti lo Zingarelli definisce piazza un “elemento della città”, “elemento di snodo della rete stradale”. Invece a Terni proliferano rotonde in ogni dove, ma nell'unico luogo ove una rotonda esisteva già di suo perché concepita così all'indomani della Guerra è stata menomata, architettonicamente violentata! E si è così snaturato il senso funzionale dell'unica, vera piazza che avevamo. Ma ci rendiamo conto che tipo di traffico esiste oggi per le tre vie di raccordo che confluiscono a Nord della fontana? Crediamo sia giusto affrontare questo argomento, studiandoci sopra un po', magari per valutare se sia possibile o meno ridare a tutta la piazza la dignità di un luogo urbano di questo genere. E quindi, dopo aver restaurato il pennone, dopo aver restaurato la fontana e gli stupendi mosaici di Corrado Cagli, ripensare anche il flusso del traffico veicolare attorno al monumento, proprio come era una volta. Basterebbe questo, forse, per salvaguardare l'urgente opera di restauro da nuovi incivili comportamenti futuri. Una volta recuperato il suo ruolo di “rotatoria cittadina”, infatti, gli attuali banchetti sul granito ornamentale troveranno una naturale barriera di scoraggiamento! E qui veniamo alla funzione sociale della piazza. Chi ha una certa età ricorderà il caffè Principe: tanti tavolinetti e sedie che occupavano buona parte della piazza stessa sulla quale tanti ternani sedevano volentieri a prendere un po' di fresco nelle serate d'estate più calde. Non c'è più nulla, nemmeno un po' di musica che la sera ci rallegrava. Ora qualcuno crede di rinfrancarci con qualche bancarella di mosciarelle e semi salati, con baracche di abiti o piste di ghiaccio che ci raffredda anche il poco entusiasmo che ci è rimasto. Un immiserimento da paesotto che forse meritavamo.
Ma non pensiamo al passato, che eppure avrebbe ancora molto da insegnarci. E' per il futuro che vogliamo lavorare pronti a rimboccarci le maniche insieme a tutti voi. E dunque ribadiamo la nostra proposta, forse anche troppo banale: perché non ripristinare la funzionalità della piazza esattamente come era prima che la fontana diventasse una rotatoria contro mano? C'è qualcosa che lo impedisce?

1 commento:

  1. Nella nuova sezione poesie del sito (qui a destra), il testo di Franco Frittella: "Aridatece a rotonda, lu pennone e a fontana"

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