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giovedì 4 aprile 2013

UN TEATRO VERO! NO, A SOLUZIONI DI RIPIEGO

Il Giornale dell'Umbria di oggi riporta la notizia della presentazione del progetto del Comune per il recupero del Teatro Verdi. Siamo un po' preoccupati. Ecco il testo del nostro comunicato stampa al riguardo:



Qualche giorno fa abbiamo diffuso in città l’anteprima del nostro foglio notizie al quale abbiamo voluto dare la stessa testata del nome della nostra associazione: “Ternideale”. In copertina non a caso abbiamo messo bene in evidenza la foto del nostro Teatro Giuseppe Verdi, ancora oggi chiuso mentre in tutta Italia si celebra con massime onorificenze il secondo centenario dalla nascita del più grande compositore italiano. Per la ri-partenza di Terni, infatti,  riteniamo di essenziale importanza la fruibilità di un cuore pulsante di cultura, che possa ospitare qualsiasi genere di spettacolo: dal cabaret all'opera lirica, passando per la danza e per la drammaturgia. Ma che sia un “teatro vero”! Un teatro che non solo risponda a tutti i requisiti dell’estetica e della statica, ma anche votato ai costi di gestione più contenuti possibile. Elementi che devono trovare il giusto equilibrio tra loro, tenendo ben presente, però, il contesto ambientale regionale nel quale si inseriscono altri teatri che già oggi ben allettano le compagnie di spettacolo.

Abbiamo appreso la notizia di oggi secondo la quale il Comune di Terni avrebbe presentato  il progetto vincitore di un bando promosso dall’assessorato ai lavori pubblici per il restauro del Teatro Verdi. E accogliamo con piacere l’asserita apertura a “soluzioni partecipative” della quale, tuttavia, registriamo  il notevole ritardo, posto che anche l’ordine degli ingegneri di Terni si era messo a disposizione per lo studio di possibili soluzioni tempo fa. Inoltre la Fondazione Carit si era resa disponibile a promuovere un concorso di idee proprio per risolvere la problematica di un “teatro vero” a Terni.  

Quanto letto oggi ci lascia perplessi soprattutto sotto il profilo culturale e di aggregazione sociale. Si conferma infatti  di volere un teatro da 700 posti invece di restituire alla città un luogo di cultura degno di questo nome e soprattutto del rango che Terni ha avuto nella sua storia passata e che qualcuno persevera nel mortificare. A tal proposito ricordiamo che prima dell’ultima Guerra Terni aveva strutture teatrali per una capienza complessiva superiore ai 5mila posti. 

E ci meraviglia il fatto che, sia l’architetto Paolo Leonelli (da noi interpellato per una dettagliata relazione che pubblicheremo sul primo numero del nostro foglio notizie di prossima uscita), sia alcuni addetti ai lavori con i quali pare si sia confrontato il Comune sostengano, invece, che la necessità per Terni sia avere a disposizione mille posti e che questi mille posti possono essere realizzati proprio al teatro Verdi.

In ogni caso, qualora anche la previsione del Comune dovesse essere corretta riguardo alla capienza massima ottenibile al Verdi pari a 700 posti (e ribadiamo che nel merito abbiamo qualche perplessità) e se si è concordi sul fatto che la necessità per Terni è comunque di mille posti, allora meglio realizzare un teatro ex novo in altra parte della città con le linee architettoniche del nostro tempo.   

Terni ha bisogno di un teatro vero! capace di reggere la “concorrenza” degli altri teatri dell’Umbria che per dimensioni e logistica attraggono compagnie da tutto il mondo. Una soluzione di ripiego non servirebbe a nulla: molti soldi da spendere e pochissimo ritorno.

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