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lunedì 10 giugno 2013

C&C: COMMERCIO E CHIACCHIERE




                                        
Questa settimana, cruciale per le sorti dell'acciaieria, inizia con la lettura di un articolo di Sergio Capotosti su "Il Messaggero" che stimolerebbe, se si è in buona fede, una profonda e seria riflessione anche sul tema del commercio cittadino che periodicamente, come la Ztl, torna ad occupare le cronache ternane.

"CENTRO MORENTE, DAL COMUNE ARRIVA UN NUOVO PIANO STRATEGICO" è il titolo dell'articolo nel quale si ricordano proclami vecchi e nuovi per il rilancio del commercio all'interno di Terni.

E' il solito balletto di nomi ed espressioni "mirabolanti", ad effetto, per dare l'impressione, forse, che qualcuno stia facendo davvero qualcosa: marketing urbano, Qvs e altre robe del genere del tipo "Volevamo stupirvi con effetti speciali e raggi ultravioletti...".

Ora, senza voler nulla togliere all'impegno di quanti stanno realmente lavorando per salvare l'Atlantide commerciale ternana, e salvaguardando la buona fede che non può essere messa in dubbio da alcuno, con chiarezza va tuttavia posta una questione:

sarà mica che il problema delle saracinesche chiuse, dei cartelli affittasi e del conseguente degrado urbano (altro marketing!!) è figlio della politca pro-centri commerciali in zona Maratta, o Sabbione o Gabelletta, o Borgo Rivo, o Bramante, o Staino (cioè proprio attorno al centro cittadino)?

"Poli commerciali", come amano definirli all'urbanistica, dove trovi parcheggio, e soprattutto dove trovi tanta di quella merce (prevalentemente di importazione cinese e quindi a basso costo), di genere diverso, da diventare matto? Da passare nel Polo commerciale, aperto di domenica, e se si potesse pure di notte, un intero pomeriggio o un'intera giornata?

Perchè non c'è quasi mai un rigo su questo, che forse è il vero problema??? Come mai Confcommercio, Confesercenti e le altre associazioni di categoria non aggrediscono questa situazione, né lo fa il Comune?

Riflettere su questo e dare qualche risposta potrebbe aiutare. (Clicca qui, per approfondire)

Andrea Fabbri

3 commenti:

  1. Il problema non sono (solo) i centri commerciali,è il tipo e la qualità di quello che si vende. A Terni a colpo d'occhio il tipo di esercizi commerciali vendono prevalentemente abbigliamento e simili. La concorrenza in questo settore è agguerrita e adesso c'è anche il commercio elettronico e gli outlet in questo settore. Questa fascia di commercio è satura. Non vi è inventiva da parte di opera in questo settore. In quartieri a vocazione artigianale come il q.re Clai, gli artigiani sono spariti. A Terni non esiste una libreria antiquaria!! Sono alla ricerca di un rilegatore di libri antichi dove lo trovo? Questo è il problema. L'economia di un centro storico non puo' andare avanti solo con "negozi di maglioni". Per avere un'idea dell'inventiva che si puo' avere in un centro storico in fatto di commercio, vi invito a dare un'occhiata a quello che c'è nel centro di Barcellona. Terni non è Barcellona e questo è vero. Lì pero' esiste un "commercio creativo" nel centro storico, qui pressochè inesistente....

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  2. Ma quante esigenze di rilegatoria di libri antichi possono esserci a Terni?

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  3. Se io devo rilegare un libro dove vado a Foligno? I maglioni si comprano anche sul web oramai......Bisogna rilanciare e incentivare il piccolo artigianato e il commercio di qualità. Questa è la vocazione dei centri storici. Non si puo' pensare che il Centro Commerciale rappresenti la vera concorrenza. Il mercato è talmente globalizzato che si compra su internet praticamente di tutto per non parlare dei canali TV di e.commerce....Poi possiamo anche parlare delle capacità di fare commercio. Spesso chi apre attività faceva tutt'altro prima ed è del tutto inesperto per cui servirebbe nella materia una consulenza preventiva che chi si avventura in questo settore......

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