All’annuncio di una
seconda conferenza dei servizi sul recupero del Teatro Comunale di Terni
“Giuseppe Verdi”, in programma il prossimo 8 luglio alla quale, oltre a
un’infinità di enti pubblici sono stati invitati solo alcuni soggetti privati, tra i quali il Teatro Stabile
dell’Umbria il cui apporto per i teatri e i luoghi di spettacolo di Perugia e
provincia è particolarmente significativo, come associazione che ha a cuore gli
interessi culturali, valoriali e identitari della città di Terni non possiamo
che esprimere senso di smarrimento e
latente delusione.
Nell’incontro pubblico
organizzato dal Comune di Terni lo scorso 16 maggio tutti gli interventi della cosiddetta società
civile furono contrari alla proposta del Comune tranne uno, l’ultimo, che è
sembrato di parte perché senza apporto di argomenti giustificativi della
soluzione proposta dal comune. Comunque in quella sede il sindaco, come è possibile verificare dalla registrazione audio-videodella conferenza pubblicata sul nostro sito internet (minuto 2,04 della seconda parte dell'intervento del sindaco), aveva manifestato la disponibilità di
organizzare un tavolo di lavoro con i rappresentanti della cittadinanza per
esaminare le varie problematiche risultando - a nostro avviso - la parte
progettuale non aderente alle aspettative e non adatta nemmeno ad un rilancio
culturale della città.
Del tavolo di confronto
nessuna traccia, per ora. Però va avanti
l’iter amministrativo per il via libera alla realizzazione di quella idea progettuale
che lo scorso 16 maggio conobbe un quasi unanime coro di critiche. Ciò fa sorgere il sospetto, speriamo
infondato, che qualcuno stia remando contro il sindaco Di Girolamo.
Il contenitore che si
vuole realizzare, infatti, non è altro che un restauro del cinema Lucioli che
non ha niente a vedere con il vero teatro che avevamo.
Notiamo con piacere che il
Comune ha reperito la somma occorrente per il ripristino del cinema, ribadiamo
ancora una volta che tale somma è spesa nel peggiore dei modi. Quando
l’amministrazione comunale ha esigue disponibilità finanziarie è bene che
queste vengano spese per gli interventi più urgenti per la città come sistemazioni
stradali o quant’altro. Tenendo conto che i
cittadini ternani hanno atteso circa 70 anni per riavere il loro teatro
possono aspettare ancora pur di avere un edificio degno di essere chiamato
teatro.
Anche piazza Tacito ha
problematiche analoghe, ma nessuno ha pensato mai di ricostruire una fontana
diversa da quella che c’è sempre stata, magari per spendere meno, eppure le
condizioni dello stato di fatto indicano che le singole parti siano da
ricostruire o da ristrutturare quasi per intero ( catino, pennone, mosaici,
impianto di pompaggio ecc.). Era e sarà ancora un simbolo della città, come
dovrebbe essere il teatro Verdi.
Ribadiamo l’opportunità di
completare contemporaneamente il totale ripristino della piazza, compreso il
senso di marcia dei veicoli intorno alla fontana eliminando tutte le strutture
che ne hanno alterato l’originaria fisionomia( panchine, paletti ecc.).
Attenzione, per essere
protagonisti bisogna salvare e ripristinare quelle strutture prestigiose,
identificative di una comunità, che appassionati amministratori hanno voluto e
professionisti di prim’ordine hanno realizzato. Ignorarle, o peggio
distruggerle significa perdere le proprie radici, dividere la comunità,
proiettarsi nell’anonimato, nella mediocrità e… nel caos.
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