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venerdì 31 gennaio 2014

LETTERA SUL CASO VERDI

IL PROGETTO DI RESTAURO DEL TEATRO VERDI:
PIU' OMBRE CHE LUCI

* Ing. Francesco Martinelli


Il programma di restauro del teatro “ VERDI” dovrebbe rappresentare per i Ternani un occasione di soddisfazione e di orgoglio, perché credo che tutti i cittadini senza distinzione di appartenenza, considerino il teatro, luogo di identità e di aggregazione . Sembra invece che ,come molte altre vicende degli ultimi anni ,quella del “VERDI”, stia diventando fonte di dissidio e di polemica a causa delle diversissime opinioni che si stanno sviluppando attorno al progetto: ripristino dell’antico teatro o restauro del cinema-teatro del dopoguerra?
Le procedure messe in atto per dare il via ai lavori: dal bando di gara per l’assegnazione del progetto , al tipo di intervento , gestiti dal settore LL.PP. suscitano qualche perplessità sia nella forma che nella sostanza. La gara per l’assegnazione dell’incarico della progettazione, esperita, come già detto, mediante bando , come prescrive il regolamento d’attuazione 554/99 e seguenti è stata vinta , ma il termine è  improprio, dall’unico studio professionale che ha  risposto ,che ha così assunto un incarico importante senza alcun rivale e senza scelta alcuna da parte dell’Amministrazione proponente.
Si può osservare che la procedura è corretta sul piano formale, ma c’è da chiedersi  come mai tra i numerosi possibili concorrenti per un progetto di elevato contenuto di idee ed entità economica , nessuno si sia fatto vivo , lasciando carta bianca ad un unico concorrente  senza rivali ?  Nella sostanza poi la cosa appare ancora più singolare se , come si sa, i progettisti “scelti”sono sostenitori di un’ipotesi di fattibilità, che il Comune difende strenuamente e senza discussione.
Non voglio aggiungere altro ad un argomento che sia pur di primo piano, necessita di riflessioni più caute e delicate.
Per quanto riguarda l’oggetto del contendere ,invece, cioè la funzionalità e la destinazione, ossia il progetto di fattibilità, esso appare blindato in una soluzione che privilegia  il totale rinnovamento dell’attuale cinema-teatro, in una struttura polivalente di incerta collocazione , con pesanti demolizioni dell’esistente e conseguente crescita inutile della spesa che sicuramente porterà ad un inevitabile notevole allungamento dei tempi d’attuazione.  L’ingegnere incaricato, leggo dai quotidiani locali, giustifica i pesanti interventi strutturali, con la necessità di adeguare la struttura  alle attuali normative. Tuttavia senza entrare nel dettaglio posso senz’altro obiettare che la normativa vigente prevede di applicare soluzioni “mediate”, quali il “miglioramento” proprio in caso di ristrutturazioni che non consentono per vari motivi: storici, artistici estetici di intervenire con pesanti trasformazioni .

Ma viene spontaneo chiedersi: ” è mai possibile che  a nessuno di questi signori tra assessori , dirigenti e progettisti è passato per la mente di approfittare della ristrutturazione per ripristinare l’antico teatro di Terni e farne un centro di cultura musicale permanente , bene comune di molte città Italiane ? “
Se siamo convinti che sia più che legittimo porsi tale domanda , dobbiamo cercare di ostacolare,  con ogni mezzo legale e civile , che gli Amministratori di questo Comune   dimentichino o fingano di dimenticare che il teatro Verdi ha le sue fondamenta nella storia di Terni ;  anzi ci devono ascoltare consapevoli che un bene cittadino merita l’attenzione e la partecipazione di tutti , come spesso è stato fatto a scopo elettorale e su argomenti di scarso interesse collettivo.

Non è più tempo, a fronte dei risultati deludenti che hanno avvilito la nostra Comunità cittadina negli ultimi anni, di demandare solo alle scelte dei politici i nostri destini futuri.
Spesso Essi , mossi da convenienze e logiche che sfuggono alla razionalità e al buon senso comune, trascurano o peggio rifiutano ciò che sta a cuore al cittadino che fingono di rispettare , indirizzano le loro scelte senza alcuna logica e rispetto, manifestando al contrario quasi disprezzo per quella cultura del passato , fondamento primario per costruire il futuro.
C’è una frase , tra i cartelloni pubblicitari del megacantiere di Corso del Popolo che richiama questo principio, ma lo fa in chiave politica e in antitesi col passato, come se tutto ciò che è stato sia da respingere nel ricordo di un dramma . Non serve solo l’antifascismo alle giovani generazioni, perché la città oltre ai drammi della guerra, ha vissuto di un passato glorioso sul quale dobbiamo ricostruire la nostra identità e che i giovani devono conoscere.
Il “ Verdi” è un bene comune nato dalla matita di un grande architetto.
La ricostruzione post-bellica , nel clima e nella cultura di quegli anni  in cui il Cinema fu fonte di evasione e divertimento popolare, lo vide parzialmente trasformato, con una galleria e i palchi del vecchio teatro, tranne quelli del 1° ordine,  aperti con corridoi e ballatoi; parziale e giustificata variante per quei tempi di pochi soldi e semplici divertimenti domenicali.
Il Cinema- Teatro , conservò tuttavia una sua austerità e dignità architettonica perché vi  si leggeva anche la sua storia originale ; e questa singolare e felice miscela ne fece il luogo principale di spettacolo della Città e il solo adatto anche a rappresentazioni teatrali .

I tempi da allora sono cambiati, il gusto allo spettacolo si è evoluto, il cinema ha perso la sua attrattiva con l’avvento dei televisori ad alta definizione e delle riproduzioni su disco, con i quali il cinema è godibile comodamente rilassati a casa propria.
Ma se il progresso tecnologico ha regalato il cinema “casalingo”, ha nel contempo trasformato l’offerta delle sale pubbliche con più spazio al teatro e all’opera sinfonica classica.
Negli ultimi anni col patrocinio di vari enti abbiamo avuto il piacere di ospitare : concerti sinfonici nelle chiese, musica per archi e pianoforte nelle minuscole sale del Gazzoli , in situazioni scomode e inadatte a rappresentazioni di alto profilo , pur nella prestigiosità degli interpreti.
Nonostante  queste premesse , i nostri , “sordi” ( evidentemente ),  politici pensano a trasformare il Verdi in una sala polivalente di dubbio impiego , mentre la Città tutta urla la voglia di teatro, di musica vera e di cultura. No ! non è tollerabile che la cultura massimalista , la non cultura e l’ignoranza , prevalgano su un passato glorioso , cancellando i segni , le radici storiche e l’identità di Terni.
Un’ultima nota sulle previsioni di spesa , 11 milioni !!!, ma siamo matti?,  una cifra del genere sarebbe più che sufficiente per un nuovo auditorium , ma è esorbitante per il restauro e la ristrutturazione del Teatro Verdi, che pure esiste e, contrariamente a quanto dicono , non dà segni di particolare fatiscenza. Il sospetto è che si voglia demolire l’intera struttura per ricostruirla secondo canoni inediti e innovativi , cancellando ogni segno del passato , altro che radici. Attila e le sue orde  avrebbero avuto intenzioni meno dannose.

Intanto in data 28/01/2014 il Consiglio Comunale senza alcuna partecipazione, ha votato quasi all’unanimità la soluzione proposta dal progetto. Il primo Round è a loro favore, ma se crediamo ai nostri ideali, dobbiamo combatterli con ogni mezzo , la posta in gioco è troppo alta per rassegnarsi 

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