IL PROGETTO DI RESTAURO DEL TEATRO VERDI:
PIU' OMBRE CHE LUCI
* Ing. Francesco Martinelli
Il programma di restauro del teatro “ VERDI” dovrebbe
rappresentare per i Ternani un occasione di soddisfazione e di orgoglio, perché
credo che tutti i cittadini senza distinzione di appartenenza, considerino il
teatro, luogo di identità e di aggregazione . Sembra invece che ,come molte
altre vicende degli ultimi anni ,quella del “VERDI”, stia diventando fonte di
dissidio e di polemica a causa delle diversissime opinioni che si stanno
sviluppando attorno al progetto: ripristino dell’antico teatro o restauro del
cinema-teatro del dopoguerra?
Le procedure messe in atto per dare il via ai lavori: dal
bando di gara per l’assegnazione del progetto , al tipo di intervento , gestiti
dal settore LL.PP. suscitano qualche perplessità sia nella forma che nella
sostanza. La gara per l’assegnazione dell’incarico della progettazione,
esperita, come già detto, mediante bando , come prescrive il regolamento
d’attuazione 554/99 e seguenti è stata vinta , ma il termine è improprio, dall’unico studio professionale che
ha risposto ,che ha così assunto un
incarico importante senza alcun rivale e senza scelta alcuna da parte
dell’Amministrazione proponente.
Si può osservare che la procedura è corretta sul piano formale,
ma c’è da chiedersi come mai tra i
numerosi possibili concorrenti per un progetto di elevato contenuto di idee ed
entità economica , nessuno si sia fatto vivo , lasciando carta bianca ad un
unico concorrente senza rivali ? Nella sostanza poi la cosa appare ancora più
singolare se , come si sa, i progettisti “scelti”sono sostenitori di un’ipotesi
di fattibilità, che il Comune difende strenuamente e senza discussione.
Non voglio aggiungere altro ad un argomento che sia pur di
primo piano, necessita di riflessioni più caute e delicate.
Per quanto riguarda l’oggetto del contendere ,invece, cioè
la funzionalità e la destinazione, ossia il progetto di fattibilità, esso
appare blindato in una soluzione che privilegia
il totale rinnovamento dell’attuale cinema-teatro, in una struttura
polivalente di incerta collocazione , con pesanti demolizioni dell’esistente e
conseguente crescita inutile della spesa che sicuramente porterà ad un
inevitabile notevole allungamento dei tempi d’attuazione. L’ingegnere incaricato, leggo dai quotidiani
locali, giustifica i pesanti interventi strutturali, con la necessità di adeguare
la struttura alle attuali normative.
Tuttavia senza entrare nel dettaglio posso senz’altro obiettare che la
normativa vigente prevede di applicare soluzioni “mediate”, quali il
“miglioramento” proprio in caso di ristrutturazioni che non consentono per vari
motivi: storici, artistici estetici di intervenire con pesanti trasformazioni .
Ma viene spontaneo chiedersi: ” è mai possibile che a nessuno di questi signori tra assessori ,
dirigenti e progettisti è passato per la mente di approfittare della
ristrutturazione per ripristinare l’antico teatro di Terni e farne un centro di
cultura musicale permanente , bene comune di molte città Italiane ? “
Se siamo convinti che sia più che legittimo porsi tale
domanda , dobbiamo cercare di ostacolare,
con ogni mezzo legale e civile , che gli Amministratori di questo
Comune dimentichino o fingano di
dimenticare che il teatro Verdi ha le sue fondamenta nella storia di Terni ; anzi ci devono ascoltare consapevoli che un
bene cittadino merita l’attenzione e la partecipazione di tutti , come spesso è
stato fatto a scopo elettorale e su argomenti di scarso interesse collettivo.
Non è più tempo, a fronte dei risultati deludenti che hanno
avvilito la nostra Comunità cittadina negli ultimi anni, di demandare solo alle
scelte dei politici i nostri destini futuri.
Spesso Essi , mossi da convenienze e logiche che sfuggono
alla razionalità e al buon senso comune, trascurano o peggio rifiutano ciò che sta
a cuore al cittadino che fingono di rispettare , indirizzano le loro scelte
senza alcuna logica e rispetto, manifestando al contrario quasi disprezzo per quella
cultura del passato , fondamento primario per costruire il futuro.
C’è una frase , tra i cartelloni pubblicitari del megacantiere
di Corso del Popolo che richiama questo principio, ma lo fa in chiave politica
e in antitesi col passato, come se tutto ciò che è stato sia da respingere nel
ricordo di un dramma . Non serve solo l’antifascismo alle giovani generazioni,
perché la città oltre ai drammi della guerra, ha vissuto di un passato glorioso
sul quale dobbiamo ricostruire la nostra identità e che i giovani devono
conoscere.
Il “ Verdi” è un bene comune nato dalla matita di un grande
architetto.
La ricostruzione post-bellica , nel clima e nella cultura di
quegli anni in cui il Cinema fu fonte di
evasione e divertimento popolare, lo vide parzialmente trasformato, con una
galleria e i palchi del vecchio teatro, tranne quelli del 1° ordine, aperti con corridoi e ballatoi; parziale e
giustificata variante per quei tempi di pochi soldi e semplici divertimenti
domenicali.
Il Cinema- Teatro , conservò tuttavia una sua austerità e
dignità architettonica perché vi si leggeva
anche la sua storia originale ; e questa singolare e felice miscela ne fece il
luogo principale di spettacolo della Città e il solo adatto anche a
rappresentazioni teatrali .
I tempi da allora sono cambiati, il gusto allo spettacolo si
è evoluto, il cinema ha perso la sua attrattiva con l’avvento dei televisori ad
alta definizione e delle riproduzioni su disco, con i quali il cinema è
godibile comodamente rilassati a casa propria.
Ma se il progresso tecnologico ha regalato il cinema “casalingo”,
ha nel contempo trasformato l’offerta delle sale pubbliche con più spazio al
teatro e all’opera sinfonica classica.
Negli ultimi anni col patrocinio di vari enti abbiamo avuto
il piacere di ospitare : concerti sinfonici nelle chiese, musica per archi e
pianoforte nelle minuscole sale del Gazzoli , in situazioni scomode e inadatte
a rappresentazioni di alto profilo , pur nella prestigiosità degli interpreti.
Nonostante queste
premesse , i nostri , “sordi” ( evidentemente ), politici pensano a trasformare il Verdi in una
sala polivalente di dubbio impiego , mentre la Città tutta urla la
voglia di teatro, di musica vera e di cultura. No ! non è tollerabile che la
cultura massimalista , la non cultura e l’ignoranza , prevalgano su un passato
glorioso , cancellando i segni , le radici storiche e l’identità di Terni.
Un’ultima nota sulle previsioni di spesa , 11 milioni !!!,
ma siamo matti?, una cifra del genere sarebbe
più che sufficiente per un nuovo auditorium , ma è esorbitante per il restauro
e la ristrutturazione del Teatro Verdi, che pure esiste e, contrariamente a
quanto dicono , non dà segni di particolare fatiscenza. Il sospetto è che si
voglia demolire l’intera struttura per ricostruirla secondo canoni inediti e
innovativi , cancellando ogni segno del passato , altro che radici. Attila e le
sue orde avrebbero avuto intenzioni meno
dannose.
Intanto in data 28/01/2014 il Consiglio Comunale senza
alcuna partecipazione, ha votato quasi all’unanimità la soluzione proposta dal
progetto. Il primo Round è a loro
favore, ma se crediamo ai nostri ideali, dobbiamo combatterli con ogni mezzo ,
la posta in gioco è troppo alta per rassegnarsi
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