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venerdì 8 marzo 2013

NATI PE' TRIBBOLA' GIA' NEL 1938



Se c’è una cosa che rende orgogliosi i tifosi rossoverdi, è il fatto di amare una squadra come la Ternana caratterizzata da una storia calcistica piuttosto avara di soddisfazioni. Se si eccettuano le due promozioni in serie A, non si può infatti  affermare che le Fere abbiano lasciato un segno indelebile nel palcoscenico del football nazionale, fatto che giustifica quel “semo nati pe’ tribbolà” con il quale i sostenitori hanno imparato ad ammortizzare le numerose amarezze. Fallita, la scorsa stagione, la conquista della Supercoppa di Lega Pro, e svanita la possibilità di vincere la Coppa Italia di Serie C quando nel 1980-81 ci si dovette arrendere all’Arezzo nella doppia finale, la bacheca della Ternana rimane purtroppo povera di trofei,  e si deve andare indietro fino all’anno 1938 per avere notizia di un qualche onore da esibire nel palmares. Eccoci pertanto a parlare di quella gloriosa pagina, relativa alla Coppa dell’Italia Centrale vinta sotto la guida dell’ungherese Bela Karoly, al termine di un cammino combattutissimo e ricco di colpi di scena. Va detto subito come tale competizione, disputatasi in due sole occasioni, vide 23 società ai nastri di partenza nel 1937-38 , ovvero Anconitana Bianchi II, Ascoli, Assisi, Aeronautica Umbra S.A. Foligno, Chieti, Dalmazia di Zara, Fabriano, Giulianova, Gubbio, Interamnia Teramo, L'Aquila II, Lanciano, Narni, Perugia, Pescara, Roseto, Sambenedettese, Scat Gualdo, Simaz Popoli II, Spoleto, Sulmona, Tiferno e la nostra Borzacchini appunto (questo il nome della squadra al tempo). La compagine rossoverde, che militava in quarta serie e proprio quell’anno approdò in Serie C, superò agevolmente il primo turno sbarazzandosi del Tiferno (vittorie per 2-0 a Città di Castello e 4-0 a Terni), dovendo poi ricorrere a dei veri e propri ribaltoni per avanzare nelle fasi successive. Complice un incidente sulla strada verso la città abruzzese, dovuto alla caduta di un masso sulla sede stradale, la squadra si presentò a Teramo per i quarti di finale solo all’ultimo momento, vedendosi sconfitta per 3-0 dalla locale Interamnia. Se nella partita di ritorno si riuscì nell’impresa di raddrizzare il risultato (3-0 per la Borzacchini con l’ avversaria esclusa per irregolarità), ancora più ampio fu il margine da recuperare nella partita di semifinale, dove i rossoverdi capovolsero il pesante 4-0 subito ad Ascoli, per poi approdare alla doppia finale dopo sorteggio. E se il raggiungimento dell’ultimo atto fu decisamente avvincente, ancor più lo fu l’esito della sfida contro la Sambenedettese, richiedendosi la disputa di ben quattro partite per stabilire la vincitrice del torneo. Dopo l’equilibrio registrato nelle partite di andata e ritorno (1-0 per i marchigiani a San Benedetto, 1-0 per la Borzacchini a Terni), fu ancora parità nella ripetizione a gara unica che si disputò sul neutro di Foligno (2-2 dopo tempi supplementari e mega zuffa finale tra giocatori e tifosi, “che lasciò disgustati gli imparziali sportivi folignati”). Al quarto tentativo, stavolta sul neutro di Ancona, la compagine rossoverde seppe tuttavia avere la meglio sull’indomabile avversaria, sconfitta con il risultato di 2-1 grazie a una doppietta di Eraldo Celi. Come dire, se di indiscutibile trionfo si trattò, altrettanto indiscutibile fu la sofferenza per arrivare a quel risultato, cofermando come, già in quell’epoca lontana, i tifosi delle Fere erano sicuramente “nati pe’ tribbolà”. Questa la formazione scesa in campo nella partita decisiva del 24 luglio 1938: Braconi, Laureti, Ricci, Cabiati, Polesini, Rossi, Melchiorri, Bocci, Camiciotti, Semplici, Celi.
C.A.

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