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sabato 6 luglio 2013

METTI UN TERNANO A LONDRA...E TRE AFRICANI A BORGO RIVO (commenti)



Per un ternano che vive all’estero, una delle cose che proprio resta difficile di ritorno a Terni è il doversi riabituare a un sistema di mobilità lontano dagli standard di altre città europee. Non parlo di una metropoli qual è la Londra in cui vivo, ma pure di altre realtà dalle dimensioni paragonabili a quelle di Terni: ad esempio Grenoble (158.000 abitanti) o Larnaca (143.000 abitanti) dove, nelle mie recenti visite, ho usufruito dei trasporti pubblici per spostarmi, tanto di giorno, quanto di notte. E dico ciò per stoppare sul nascere la solita considerazione disfattista del “ma qui siamo a Terni, mica a Londra”. 
Capita quindi che il sottoscritto, una volta rientrato a Campitello, o sia spesso inchiodato a lunghe attese alla fermata, o rinunci a scendere in centro il sabato sera per un drink in via Fratini di fronte alla prospettiva di dover poi perdere la patente per un goccio di troppo. È una sorta di disorientamento quello che provo. Mi manca la rassicurante idea di un autobus in grado di riportarmi a casa, di farmi sentire libero di muovermi, di farmi sentire un cittadino con un servizio a sua disposizione. Potrei anche farmela a piedi, vivendo in una metropoli non mi spaventa certo camminare, non fosse che a Ponte Le Cave senza un marciapiede rischierei di lasciarci la vita.  Potrei allora rinunciare alle bevande alcooliche, e potrei pure rivolgermi a un taxi se solo iniziassero a circolare invece di starsene immobili davanti alla stazione. 

I Ternani non sono abituati a prendere i mezzi pubblici ? Probabilmente cambierebbero approccio se una campagna a effetto nel tempo andasse a toccare da vicino i loro interessi, facendo intendere come l’autobus, durante tutta la giornata, è un mezzo che permette di risparmiare sulla benzina, di evitare la scocciatura del parcheggio, di non incappare nella trafila penale e burocratica che consegue a un ritiro della patente. E per riprendere uno slogan televisivo coniato per i treni qualche anno fa, l’autobus è un mezzo dove c’è vita, storie umane e possibilità di socializzare. Il mio sogno è una Terni a misura d’uomo che si possa vivere armonicamente lasciando a casa la macchina. Il mio sogno è una rete di trasporti pubblici potenziata, un modo libero e intelligente di fruire dei servizi, che crei nuove opportunità di lavoro invece di tenere a repentaglio le occupazioni attuali di chi opera nel settore. Immaginate la mia delusione nell’affacciarmi al balcone di casa, qui a Terni, e trovarmi davanti una stazione costruita e mai usata, lungo quella che doveva essere una metropolitana di quartiere.

Ci sono momenti in cui avanzare certi discorsi a Terni mi fa pensare di essere matto, ma ce ne sono anche altri nei quali mi dico che le cose potrebbero cambiare, come quando per tre volte consecutive mi imbatto in degli africani ad aspettare l’autobus alla rotonda di via Eroi dell’Aria. Non ho avuto il tempo per domandargli cosa ci facessero lì, di sicuro andavano in centro senza usare la macchina, come fanno pure le badanti ucraine che la mattina si incontrano sulla linea 3. Diversamente da noi ternani che alla macchina non sappiamo rinunciare neppure per andare in edicola. Il commercio ? A Londra non c’è nessuno che si sogna di andare a fare shopping a Oxford Street prendendo l’automobile, eppure i negozi traboccano di gente, serve solo il coraggio di guardare al futuro nell’ottica di riappropriarci dei nostri spazi urbani, che sia in autobus, a piedi o in bicicletta. Come succede anche a Grenoble, a Larnaca, e in qualunque altra realtà degna di volersi elevare a uno standard europeo.
Christian Armadori

3 commenti:

  1. Riceviamo e volentieri pubblichiamo un commento di Gianguido Fagotto
    ***
    Spettabile Associazione,

    qualche giorno fa, come spesso d'abitudine, nella mattinata scendo a Terni per un caffè in un bar. Al tavolo ho trovato la Vostra pubblicazione ed ho letto l'articolo a firma Cristian Armadori sulla mobilità a Terni.Mi sono preso l'impegno di verificare alcune situazioni dei trasporti pubblici e delle aree pedonali.

    Lungo Cortdo Tacito, area pedonale, vi è un perennne carosello di inquinantissimi motorini a due tempi (in un'ora ne ho contati 64);

    Carico e scarico merci a tutte le ore del giorno con molti furgoni diesel datati (Euro 0,00!),

    Automobili parcheggiate d'abitudine per ogni dove all'interno delle aree pedonali,

    Autobus con a bordo, nei casi di affollamento, una decina di passeggeri; ve ne sono di quelli a trazione elettrica che vedo passare spesso vuoti o con a borbo un paio di vecchiette e mi fermo qui.

    Il signor Armadori annota giustamento che sogna di vedere una Terni a misura.

    Nel ringraziare codesta Spettabile Associazione per avermi letto, saluto cordialmente.

    Gianguido Fagotto

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  2. A tal proposito è bene sapere che:

    http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/2013/07/03/914102-perugia_acropoli_delle_automobili.shtml

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  3. Caro Gianguido, ringrazio personalmente per il suo intervento. Come avra' letto dal mio articolo, personalmente sono io il primo a credere che non possiamo aspettarci improvvisamente nella nostra piccola Terni una rete di trasporti potenziata al pari di grandi realta' europee, e ad essere sincero ho percepito il problema solo dopo aver lasciato la nostra citta', avendo io per primo sempre usato la macchina nei 28 anni vissuti a Terni. Potrei dirle che a Londra, in 8 anni, non ho mai avuto il bisogno di spostarmi in auto, pur dovendo quasi quotidianamente fare quasi due ore di mezzi pubblici per spostarmi da una parte all'altra della citta'. La mia idea e' quella di iniziare con qualche linea nottturna il venerdi' e il sabato sera, cioe' un servizio che potrebbe intanto fare apprezzare ai piu' giovani l'utilita' di avere un autobus a disposizione. Il fatto che Terni Nord e il centro siano completamente off-limit per un pedone e' stao un problema che ho invece sempre percepito fin da adolescente, come se fossero due citta' diverse all'interno di una stessa realta' urbana. Occorrono politiche mirate nel tempo per sensibilizzare la cittadinanza all'uso dei mezzi pubblici, iniziando a far percepire come lasciare a casa la macchina sia un modo per dimostrare amore verso la propria citta' e viversela in modo piu' sano. Il mancato rispetto delle regole nell'area pedonale da lei segnalato e' invece un problema piu' generale, che riguarda l'Italia tutta, compresi gli italiani che come me vivono all'estero. Per ritornare al discorso dei mezzi pubblici, di certo non si puo' pensare che le cose possano cambiare da un giorno all'altro.. mi viene in mente la frase di D'Azeglio "fatta l'Italia bisogna fare gli italiani".. in questo caso direi "messi a disposizione i mezzi pubblici bisogna creare un'utenza". Ed e' secondo me una delle cose su cui le prossime giunte a venire dovrebbero focalizzare i loro sforzi. Grazie ancora per la sua segnalazione. Christian Armadori

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