Sono nato nel 1973, e negli anni
Ottanta a Campitello, il mio quartiere, c’era un campetto da calcio mezzo
diroccato con le porte vere, ma il terreno sterrato. Potevamo giocare
liberamente, bastava avere un pallone e correre al campo per primi perché se
trovavi occupato restavi a guardare.
Altri prima di te si erano organizzati. Ma per quel quartiere, giovane
come noi, quel campetto era davvero un bene pubblico. Poco più lontano, a
Campomaggiore, don Franco, da tutti chiamato “don Ciccio” aveva trasformato un
altro pezzo di terra ancora libero da palazzi vicino alla sua chiesa-baracca in
via del Rubbio (non sapete quanto Bergoglio mi faccia pensare a lui!) in un’altra
occasione di gioco libero per ragazzi: pallavolo, calcio balilla anzi, “bijardino”,
basket e molto altro. Anche lì si poteva giocare liberamente senza dover stare
in mezzo alla strada, anche se stare in mezzo alla strada a giocare “a porte
piccole” restava sempre molto divertente.
Dove sono finiti quegli spazi
liberi di gioco? Lasciamo stare quelli gestiti dalla curia o dai salesiani.
Dico: quelli che una pubblica amministrazione dovrebbe assicurare ai suoi
giovani? Oggi la pubblica amministrazione riversa centinaia migliaia di euro
per i campi di calcio di via Vulcano, di via Papa Benedetto e …sì! anche di
Campitello!! Ma per fare cosa? Per fare giocare liberamente i ragazzi di quei
quartieri?
Oggi quel capetto di Campitello
non esiste più. Esiste un impianto di tutto rispetto gestito dalla Polisportiva
Campitello. Se vuoi giocare a pallone (il calcio è effettivamente altra cosa)
devi iscriverti alla Polisportiva. Non puoi usare liberamente quelle strutture
che però godono di ingenti risorse pubbliche (di questi giorni lo stanziamento
di più di 400mila euro per un nuovo manto erboso sintetico).
Credo che l’approccio con le
molteplici polisportive che hanno in essere convenzioni con la pubblica
amministrazione per la gestione degli impianti sportivi pubblici debba essere
modificato a favore di una vera “ri-pubblicizzazione” degli impianti. Ovvero le
polisportive che usufruiscono in convenzione di campi di calcio o di impianti
sportivi prevalenti provvedendo, come contropartita, alla manutenzione
ordinaria e straordinaria e – forse – al pagamento delle utenze, debbono
riservare una parte delle loro strutture anche al gioco libero dei ragazzi del
quartiere che magari non vogliono o non possono permettersi di iscriversi alla
società.
Dovrebbero mettere a disposizione
strutture per il gioco libero che indubbiamente deve essere “responsabile” perché
non si potrà consentire a chi usa impianti liberi di poterli distruggere o di
poterli usare in maniera impropria visto che comunque ricadono sotto la
responsabilità del Comune. Chi vorrà usare questi impianti dovrà prenotarsi,
registrarsi depositando documenti di riconoscimento, potrà usare gli impianti
per un tempo determinato…Ma intanto avrà la possibilità di giocare liberamente
in strutture sicure e attrezzate. In questo senso vorrei che fossero modificate
le convenzioni.
anfa
anfa
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