Quando la fontana monumentale di
piazza Tacito venne restaurata nel 1995 si ricorse anche alla consulenza di una
ditta specializzata di Ravenna, e in considerazione dell’importante intervento
eseguito con ogni probabilità il Comune di Terni avrà predisposto anche un
accurato disciplinare per gli interventi manutentivi da eseguire sul manufatto
negli anni a venire. Alla luce di quanto
era già evidente anche ad occhio nudo da ogni singolo ternano e confermato dalle
ultime notizie di stampa, viene da
chiedersi se questo disciplinare sia stato mai seguito, e se no perché. Ciò più
al fine di capire nel profondo i motivi che hanno portato allo status quo che
non per individuare colpe o responsabilità in ogni caso da determinare, non
fosse altro per evitare il ripetersi di errori passati.
Una volta chiarito, dunque, il
percorso manutentivo seguito dalla fontana di piazza Tacito dal 1995 in poi e
data per scontata l’obbligatorietà “civica” di un pieno e fedele recupero
artistico-architettonico-urbanistico del monumento e della sua piazza, resta da individuare la migliore scelta progettuale
che non potrà prescindere da due condizioni “sine qua non”: 1) il rifacimento
fedele, seppur ex novo, dei mosaici di Cagli di cui Terni possiede i disegni
originali del 1936; 2) lo studio approfondito e dettagliato delle tecniche di
esecuzione. A ciò sarebbe opportuno si affiancasse una terza condizione, quella
che veda il recupero artistico e architettonico della fontana monumentale
inserito in un più ampio progetto di recupero funzionale e urbanistico
dell’intera piazza.
Detto già dei disegni originali,
il rifacimento ex novo dei mosaici di Cagli è possibile anche dal punto di
vista economico, perché già in occasione del restauro del 1995 si evidenziò
come i costi di un intervento complessivo e profondo fossero dello stesso
ordine di grandezza dei singoli interventi parziali per i quali necessitano
maggiori accortezze, tecniche e professionali. Tale operazione, tuttavia,
acquisirà un maggior valore artistico e culturale qualora inserita nel pieno recupero della funzionalità
originaria della fontana e della piazza Tacito così come interpretata nel 1936
da Mario Ridolfi, Mario Fagiolo e dallo stesso Corrado Cagli.
A meno che non vi siano
particolari ragioni amministrative o tecniche che lo impediscano (ragioni a
oggi ignote ai più e che, invece, dovrebbero essere illustrate con chiarezza una volta per tutte) è
assolutamente indispensabile ripristinare il logico e coretto senso di marcia
dei veicoli tutto intorno alla fontana. Sarebbero
altresì auspicabili il recupero architettonico, magari attraverso la potatura
degli alberi a parallelepipedo, e quello urbanistico di una piazza quale luogo
di aggregazione, eliminando il parcheggio di fronte alla Banca d’Italia a
favore di uno spazio pronto a ospitare, quando indispensabile, installazioni di
qualità.
Nessun commento:
Posta un commento