In relazione agli articoli di
stampa odierni a proposito del restauro del Teatro Verdi laddove ci si
interroga sul motivo per il quale la Fondazione Carit non voglia partecipare
economicamente al progetto del Comune di Terni, giova ricordare che in occasione
della conferenza stampa di fine anno della Fondazione il presidente della stessa ha espresso attenzione e interesse nei
confronti dell’idea progettuale presentata da TernIdeale nel convegno dello
scorso 14 dicembre affermando contestualmente di non gradire la soluzione
elaborata dall’amministrazione municipale. Di tali dichiarazioni c’è traccia
nelle rassegne stampa di quei giorni, e riteniamo ciò rappresenti la
testimonianza più concreta che nel caso emergessero nuove soluzioni progettuali
per il restauro del Teatro Verdi si possono trovare quei contributi economici
esterni in grado di arrivare a conclusione dei lavori con maggior certezza.
Quanto letto sui giornali di oggi
aggrava ulteriormente le nostre preoccupazioni sull’attuale approccio al tema
del Teatro Verdi. Il riferimento al
restauro del teatro Petrarca di Arezzo appare, infatti, del tutto inappropriato
trattandosi del restauro di un TEATRO ALL’ITALIANA e per tale
ragione, secondo noi, meritevole dell’interesse della locale Fondazione
bancaria.
Non si faccia confusione e si
sfruttino questi giorni per una seria e approfondita riflessione.
La politica decida se dare il via
libera a un progetto del quale non si conoscono costi, non si conoscono
finalità, non si conoscono i modelli di gestione e di sostenibilità economica
successivi all’ultimazione lavori, non sono disponibili nemmeno tutte le
risorse per il primo stralcio strutturale; o se, piuttosto, non convenga,
resettare tutto, mettersi seduti al tavolo della collaborazione con tutta la
città (ordini professionali, associazioni, fondazioni, enti di categoria).
TERNIDEALE
Nessun commento:
Posta un commento