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Purtroppo non potremo esimerci
dall’intervenire nel dibattito sul restauro del Teatro Verdi fino a quando
leggeremo prese di posizione, anche politiche, che rischiano di rappresentare
un quadro fuorviante della realtà come quella recentemente espressa dal Partito
della Rifondazione Comunista.
Affermare che l’auspicato restauro all’italiana del teatro Verdi comporti una spesa pari o superiore a 30 milioni di euro è uno spauracchio privo di qualsiasi supporto documentale specificatamente relativo al Teatro Verdi. Il costo di una qualsiasi opera si voglia realizzare dipende esclusivamente dalle previsioni di progetto specifiche di quell’opera. Non ha dunque alcun senso evocare costi di interventi ad essa assimilabili per la sola funzione cui sono destinati.
Si elabori, piuttosto, uno studio di fattibilità sull’idea progettuale di un teatro all’italiana tecnologicamente all’avanguardia completo di costi di costruzione e di business-plan di gestione, e solo allora si potranno comparare, numeri alla mano, il costo reale del restauro di un cinema e quello di un restauro finalizzato alla realizzazione di un teatro all’italiana.
Riguardo ai riferimenti politico-elettorali sollevati sempre da Rifondazione Comunista, TernIdeale ribadisce di aver suggerito all’amministrazione comunale e alla città un’idea progettuale diversa da quella del Comune anche per agevolare l’attrazione di quei capitali esterni indispensabili per poter riaprire il teatro Verdi in tempi congrui e avanzare, quindi, una possibile soluzione per l’autonoma gestione del teatro stesso ad ultimazione dei lavori avvenuta.
Idea che è a disposizione della campagna elettorale di tutti i partiti, anche del Partito della Rifondazione comunista.
TERNIDEALE
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